• FATTORIA DIDATTICA

    PROGETTO FATTORIA DIDATTICA

    A breve partirà il progetto per la diversificazione di SMNATURALVILLAGE in un sapiente connubio tra attività ortofrutticola, agrituristica, culturale e di apicoltura. Scopo del progetto coinvolgere diverse realtà presenti sul territorio , come ad esempio scuole primarie e secondarie. L’insegnamento che viene dalle esperienze apistiche è di carattere comunicativo con le api e con la natura attraverso l’osservazione, la collaborazione e la pratica diretta. Saranno organizzati incontri per diffondere e sperimentare percorsi salutari allo scopo di migliorare la qualità della vita degli individui. Particolare attenzione sarà rivolta all’aspetto sicurezza e ricaduta didattica.

  • APICOLTURA

    MODALITA’ CORRETTE PER L’ACQUISTO E LA MOVIMENTAZIONE DI UNA FAMIGLIA DI API

    La soluzione migliore per cominciare è rivolgersi ad allevatori di api seri che certifichino la salute della famiglia. Il metodo più comune di vendita è l’acquisto in un portasciami, generalmente a 5 telaini (legno o in polistirolo) nei quali ci sarà la famiglia d’api di solito con 3 telaini che conterranno covata e 2 telaini riserve (miele). La cassetta per nuclei o cassetta pigliasciame, è sostanzialmente una piccola arnia che si usa per la gestione e trasporto di nuovi nuclei di api, o per la cattura degli sciami. Può essere in legno o in molti casi in polistirolo ad alta densità. Una volta acquistata la cassetta bisogna pensare al trasporto (preferibilmente di sera), legare bene…

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  • APICOLTURA

    L’APITERAPIA

    L’apiterapia è il “trattamento delle malattie con prodotti raccolti, trasformati e secreti dalle api, e in particolare: polline, propoli, miele, pappa reale e veleno”. Nella medicina tradizionale le virtù del miele e della propoli sono note da tempi antichissimi. Negli ultimi decenni, studi scientifici hanno permesso di confermare e di meglio comprenderne le proprietà. Essendo recenti le tecniche di raccolta, è recente l’uso del polline e della pappa reale, ma molti studi hanno permesso di scoprirne le proprietà. Tra i nuovi aspetti terapeutici è particolarmente rilevante l’uso del veleno d’ape.

  • APICOLTURA

    LA CERA

    La cera è una secrezione prodotta da 8 ghiandole situate sull’addome delle api giovani, tra i 12 e i 19 giorni, per costruire i favi. L’ape ha bisogno di miele, da 10 a 11 kg, per produrre un kg di cera. La cera appartiene alla famiglia chimica dei lipidi, è costituita da acidi e alcoli grassi a catena molto lunga (da 20 a 60 atomi di carbonio). Il suo punto di fusione è attorno ai 64 gradi Celsius, e la sua densità è 0, 97. È insolubile nell’acqua e resiste all’ossidazione. Viene ancora utilizzata nella fabbricazione di candele e di encaustici per la falegnameria e i parquet. In apicoltura si usa per la fabbricazione di fogli di cera stampata che vengono posti negli alveari per economizzare…

  • APICOLTURA

    LA PROPOLI

    Il termine propoli viene dal greco pro, che vuol dire davanti, e polis, la città. È un materiale utilizzato come malta per ridurre o adattare la dimensione delle aperture dell’alveare in funzione delle condizioni climatiche. Col nome propoli si indica tutta una serie di sostanze resinose, gommose e balsamiche, di consistenza viscosa, raccolte dalle api su alcuni vegetali (essenzialmente gemme e scorza di certi alberi), che esse portano nell’alveare ed elaborano parzialmente, mescolandole a secrezioni proprie (soprattutto cera e secrezioni salivari). Le principali essenze (cioè specie arboree) produttrici di propoli sono delle conifere (pino, abete, peccio), molte specie di pioppo che sembrano essere la principale materia prima e poi ontani, salici, ippocastani, betulle, susini, frassini, querce, olmi. Nell’alveare, la propoli ha molti usi. È un materiale…

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    II POLLINE

    Le api tornano nell’alveare con il polline, visibile sulla zampa posteriore; nei vegetali superiori il granello di polline costituisce l’elemento fecondante maschile del fiore. Il polline si trova nella parte terminale degli stami (antera). La sua forma, il colore, le dimensioni variano considerevolmente da una pianta all’altra. Per essere fecondato, un fiore deve ricevere del polline sul suo pistillo (organo femminile delle piante da fiore). Essendo sempre presente in piccole quantità, lo studio del polline contenuto nel miele permette di identificarne la provenienza botanica. Questa tecnica di identificazione del miele sulla base del polline in esso contenuto si chiama melissopalinologia. Gran parte delle piante entomofile utilizza gli insetti, per l’impollinazione. L’ape, passando di fiore in…

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    LA PAPPA REALE

    La pappa reale è prodotta dalle secrezioni del sistema ghiandolare cefalico delle api operaie (ghiandole ipofaringee e ghiandole mandibolari) tra il 5º e il 14º giorno di vita (le operaie vengono chiamate in questo periodo nutrici). È una sostanza biancastra dai riflessi madreperlacei, di consistenza gelatinosa, di sapore caldo, acido e leggermente dolce, che costituisce l’esclusivo nutrimento di: tutte le larve della colonia, senza eccezione, dalla schiusa al terzo giorno di vita; delle larve scelte per diventare regine, fino al quinto giorno di vita; della regina della colonia per tutta la sua vita, dal momento in cui lascia la cella reale. Composizione della pappa reale La pappa reale contiene in media: Lipidi: 4,…

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    IL MIELE

    Produzione: Il miele è prodotto dall’ape sulla base di sostanze zuccherine che essa raccoglie in natura. Le principali fonti di approvvigionamento sono il nettare, che è prodotto dalle piante da fiori (angiosperme), e la melata, che è un derivato della linfa degli alberi, prodotta da alcuni insetti succhiatori come la metcalfa, che trasformano la linfa delle piante trattenendone l’azoto ed espellendo il liquido in eccesso ricco di zuccheri. Per le piante, il nettare serve ad attirare vari insetti impollinatori, allo scopo di assicurare la fecondazione dei fiori. A seconda della loro anatomia, e in particolare della lunghezza della proboscide (tecnicamente detta ligula), le api domestiche possono raccogliere il nettare solo da alcuni fiori, che sono detti…

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    L’APICOLTURA NOMADISTICA O LA TRANSUMANZA

    Nell’apicoltura stanziale gli alveari sono fissi e il territorio di raccolta delle api non supera il raggio di 2 o 3 km attorno all’alveare – il che pone dei limiti alla raccolta. L’apicoltura nomade consiste nello spostare gli alveari da un posto all’altro in funzione della presenza di piante nettarifere (cioè delle basi zuccherine da fornire alle api). Inoltre tali spostamenti consentono la produzione di mieli uniflorali permettendo una migliore offerta del prodotto finale. La transumanza è una tecnica di allevamento assai antica, già praticata dai nomadi, che trasportavano i loro alveari a dorso d’animale. In Italia sul Po, come in Egitto sul Nilo, gli alveari venivano caricati su appositi battelli che risalivano il fiume…

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  • APICOLTURA

    OPERAZIONI APISTICHE

    Le protezioni Il rischio di punture richiede che l’apicoltore si protegga. Le api attaccano preferibilmente la testa e le parti oscure, che per loro rappresentano degli orifizi, come le orecchie, ma anche gli occhi e i capelli. L’abbigliamento dell’apicoltore deve perciò essere chiaro, e in generale è color crema. La protezione minima è costituita da una copricapo munito di un velo nero piuttosto fitto; i guanti sono utili per i principianti, ma limitano la precisione delle manipolazioni. L’affumicamento Solitamente l’intervento all’interno dell’alveare richiede l’affumicamento dello sciame. Questa operazione si fa con l’aiuto di un affumicatore. Ne esistono numerosi modelli, che funzionano tutti allo stesso modo. Il fumo è prodotto da un…